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domenica 5 maggio 2013

5 Stelle, “controdocumento” per il Def: stop a Imu e Tares, sì a Tobin Tax


5 Stelle, “controdocumento” per il Def: stop a Imu e Tares, sì a Tobin Tax


Il Movimento ha elaborato le proposte "alternative" al Documento di Economia e Finanza in discussione nella Commissione speciale di Camera e Senato. Propone l'abolizione delle imposte sui rifiuti e sulla casa e attacca duramente le politiche di austerity di Bruxelles

Beppe Grillo

Attacco frontale alla politica economica del governo Letta. La prima vera battaglia del Movimento 5 Stelle tra i banchi dell’opposizione si gioca sul Def, il Documento di Economia e Finanza in discussione nella Commissione speciale di Camera e Senato. L’M5S ha infatti elaborato in una trentina di pagine una analisi durissima delle politiche di austerity volute dall’Europa oltre a un “piano” per l’abolizione di alcune imposte, dall’Imu alla Tares. A cui, in linea generale, si oppone fermamente.
Prima di tutto no alla tassa sui rifiuti, che rischia di essere un doppione dell’Imu. No anche all’aumento dell’Iva di un punto a luglio. M5S è favorevole all’abolizione dell’Imu sulla prima casa e dei bolli sui conti correnti introdotti dal governo Monti. L’unica tassa da “incentivare”, al contrario, è la Tobin Tax, costituita dal prelievo sulle transazioni finanziarie. I 5 Stelle tornano anche sul pagamento dei debiti della pubblica amministrazione, 90 miliardi di euro, che ritengono debbano essere a carico della Cassa depositi e prestiti in un primo momento, fino a che lo Stato non salda il conto.
Per quanto riguarda l’Europa, nel documento M5S chiede di superare i vincoli di bilancio imposti daBruxelles, inclusa la rinegoziazione del trattato di Maastricht e l’abolizione del fiscal compact. Oltre a rivedere il ruolo della Bce che dovrebbe iniziare a stampare moneta. Inoltre nella bozza, visionata da Huffington Post si legge che “occorre che i Paesi con un bilancio positivo, come laGermania, si facciano carico del fondo di stabilità europeo (Mes) senza ricatti verso gli altri Stati che invece non possono contribuirvi nelle misure richieste e rischiano il default, come l’Italia”.

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