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martedì 23 dicembre 2014

Dai, Sala, raccontaci tu ancora quando parli di democrazia, sopratutto verso Roma Città Metropolitana

Dai, Sala, raccontaci tu ancora quando parli di democrazia, sopratutto verso Roma Città Metropolitana


Grazie a 4.170 Cittadini di Bracciano che ci hanno votato e sostenuto la proposta per l'indizione al Referendum. La raccolta firme è stata raggiunta Domenica 21 Dicembre 2014, presso il centro commerciale Maury's di Bracciano. Entro pochi mesi il Comune di Bracciano dovrà decidere di indire il Referendum come da richiesta Popolare, e da promessa mantenuta nella delibera comunale del 30 settembre 2014.


Ma ora andiamo nel dettaglio e spieghiamo cosa accade nello Statuto della Città Metropolitana.

Un’abolizione delle amministrazioni provinciali, ma di uno “svuotamento” delle medesime. Il governo, infatti, vuole convertire i Consigli delle province in assemblee di sindaci. Ciò implica, ovviamente, anche la revoca delle elezioni provinciali, a partire dall'anno in corso.
Verrà quindi a crearsi un nuovo ente, che sarà governato dai rappresentanti dei comuni e dotato di scarsa autorità decisionale. In questo modo la giunta non esiste più, e i “ nuovi consigli” avranno come presidente un sindaco, elezione diretta del sindaco della Città Metropolitana da parte dei cittadini di Roma, a partire dal prossimo mandato. Il Consiglio provinciale sarà composto dai sindaci di comuni con piu' di 15.000 abitanti e dal presidente delle Unioni di Comuni del territorio (con piu' di 10.000 abitanti). Una misura confusa, che porterà caos nella pubblica amministrazione e non pochi ostacoli burocratici dai costi elevati. Inoltre, nel testo non è prevista nessuna cancellazione delle province, ma un loro contenimento e una revisione del loro ruolo istituzionale. Dal 1º gennaio 2015 le città metropolitane subentrano alle province omonime e ne esercitano le funzioni. Dovranno occuparsi di sviluppo strategico, economico e sociale del territorio metropolitano; di mobilità e viabilità; di gestione integrata dei servizi, delle infrastrutture e delle reti di comunicazione, di informatizzazione e digitalizzazione e di relazioni istituzionali, comprese quelle con le altre città e aree metropolitane. ove sono queste cose in elenco, o meglio in dettaglio?
 1. Acqua. Garanzia della proprietà pubblica della gestione del sistema idrico integrato e sua trasformazione in società di diritto pubblico, in applicazione dei referendum del 2011.
2. Rifiuti. Opposizione agli inceneritori e promozione invece della raccolta differenziata porta a porta in modo spinto, del compostaggio e di tecnologie avanzate di raccolta, differenziazione e trattamento a freddo dei rifiuti.
3. Trasporti e infrastrutture. Opposizione alle grandi opere inutili e investimento sui servizi per i pendolari, garantendo anche quelli non direttamente remunerativi. Integrazione operativa e tariffaria dei servizi su tutta l'area metropolitana. Promozione del trasporto pubblico rispetto a quello privato, riducendo gli investimenti stradali per il trasporto privato al minimo necessario.
4. Pianificazione territoriale. Stop al consumo di territorio, privilegiando invece la riconversione di aree ex industriali e la ristrutturazione del patrimonio edilizio esistente. Individuazione e difesa urbanistica delle aree agricole, dei boschi e dei parchi.
Non mancano tuttavia le critiche e le perplessità a monte, cioè sull'istituzione delle città metropolitane.
Saranno forze tali motivi che hanno determinato il totale disinteresse dell’ opinione pubblica per queste elezioni delle città metropolitane, a parte naturalmente gli analisti politici e le segreterie partitiche. Il cittadino è sempre più lontano dalla politica, i dati sull'astensionismo crescono ma non sarà certo non andando a votare e delegando che si potrà ricostruire quel sistema di credibilità e fiducia di cui c’è bisogno. Forse è questo il costo più oneroso. Affidare ai politici una delega in bianco senza poter influire minimamente sugli assetti decisionali non serve a nulla. Si chiedeva la chiusura di un ente, non la sua moltiplicazione. I cittadini quindi hanno il diritto di esprimere il loro parere attraverso referendum.

Una bozza dello Statuto che sembra copiata dalla legge Graziano Delrio, ma non ci sono specificati ambiti di competenza e risorse.

Roma Città Metropolitana, questo è ciò a cui andiamo incontro, uno Statuto deciso da Marino senza gli altri Comuni.:


Questo è il testo approvato dal Comune di Bracciano, posto alla raccolta firme dell'indizione al Referendum:


Referendum Consultivo, Volete Voi che il Comune di Bracciano rientri nell'ambito della Città Metropolitana di Roma, come previsto e disciplinato dalla Legge n°56 del 07 Aprile 2014? 
I sottoscritti cittadini italiani richiedono referendum popolare consultivo - ai sensi dell'art. 75 della Costituzione e in applicazione della Legge 25 Maggio 1970, n°352 sul seguente quesito:
<< In riferimento a quanto previsto dall'articolo 133 della Costituzione italiana, Volete Voi che il Comune di Bracciano rientri nell'ambito della Città Metropolitana di Roma, come previsto e disciplinato dalla Legge n° 56 del 07.Aprile.2014?

Dispositivo dell'art. 133 Costituzione


Il mutamento delle circoscrizioni provincialie l'istituzione di nuove Province nell'ambito d'una Regione sono stabiliti con leggi della Repubblica, su iniziativa dei Comuni, sentita la stessa Regione (1). La Regione, sentite le popolazioni interessate, può con sue leggi istituire nel proprio territorio nuovi Comuni e modificare le loro circoscrizioni e denominazioni (2).

Note

(1) Il procedimento ha impulso su iniziativa dei Comuni interessati ovvero di quelli che, per effetto del mutamento delle circoscrizioni provinciali o dell'istituzione di nuove Province, si verrebbero a trovare in un ambito provinciale diverso da quello precedente. È poi necessario il parere della Regione nel cui ambito territoriale si discute la variazione dell'assetto provinciale. Il Testo unico degli enti locali (D.Lgs. 267/2000) ha fissato i criteri ai quali la revisione delle circoscrizioni provinciali deve attenersi, con l'intento di evitare che tali variazioni possano pregiudicare la programmazione dello sviluppo economico in un determinato territorio o determinare il frazionamento di un Comune in più Province. Viene fissato, inoltre, un numero minimo di abitanti per ciascuna Provincia risultante dalle modificazioni territoriali (200.000) e si impone alle Province preesistenti di fornire alle nuove le risorse ed i mezzi adeguati per svolgere le proprie funzioni (articolo 21).
(2) L'istituzione di nuovi Comuni e la modificazione delle loro circoscrizioni e denominazioni sono riservate alla legge regionale. La Regione provvede sia a definire in via generale le forme e le modalità con cui operare le modificazioni, sia ad attuare tali modifiche mediante leggi che assumono la caratteristica di leggi-provvedimento (v. 70). Anche in questo caso è richiesta una base di consenso, proveniente, però, dalle popolazioni interessate e non dagli enti, come nell'ipotesi disciplinata dal 1° comma. Il mezzo per «sentire» le popolazioni non è definito dalla norma: trattandosi di un parere, questo può esser dato con un referendum (consultivo) o con qualsiasi altro mezzo si riveli utile allo scopo (art. 15 Testo unico degli enti locali).


I metropolitanisti sostengono che la Città Metropolitana riceverà più fondi dall'Europa e dalla Regione. Chissà... Intanto la Regione Lazio si prepara a partecipare all'Expo 2015 mettendo a disposizione, per progetti coerenti all'obbiettivo, un contributo di 0,13 cent./ab. per la Città Metropolitana, e 0,68 cent./ab. per le 4 province. :http://www.sviluppo.lazio.it/leggi.asp?lcat=87&lattitle=avviso_pubblico_per_la_presentazione_di_progetti_coerenti_con_il_tema_di_expo_milano_2015_nutrire_il_pianeta_energia_per_la_vita




DDL Morassut 


Roma Capitale e alcuni Comuni della ex Provincia si trasformerebbe la Regione di Roma Capitale
Da 20 a 12 regioni. Questa la proposta che l'onorevole Roberto Morassut e il Senatore Raffaele Ranucci del Partito Democratico, hanno presentato alla Camera dei Deputati. Si tratta di un disegno di legge costituzionale per quasi dimezzare regioni italiane.
Se dovesse essere approvata dai 2 rami del Parlamento, questo ddl rischia di ridisegnare la geografia politica del paese. La provincia di Roma si trasformerebbe la Regione di Roma Capitale.
Nella muova mappa d'Italia ridisegnata dai due deputati piddini, la sola amministrazione del Nord Italia a non essere toccata sarebbe la Lombardia. Oltre alla Regione Alpina, che unirebbe Piemonte, Valle d'Aosta e Liguria, nascerebbe infatti il Triveneto dall'unione di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige. Nel centro Italia, invece l'Emilia Romagna ingloberebbe dalle Marche la provincia di Pesaro mentre Toscana, Umbria e provincia di Viterbo si unirebbero per formare l'a Regione Appenninica. Come già detto, Marche, Abruzzo e Molise darebbero vita alla Regione Adriatica. Il Lazio poi scomparirebbe diventando un unico grande Distretto di Roma Capitale e lasciando le province meridionali alla Regione Tirrenica che includerebbe anche la Campania. Nel Sud Italia, poi, la Puglia guadagnerebbe dalla Basilicata trasformandosi così nella Regione Levante. Immutate, infine, Sicilia e Sardegna.
"Le circoscrizioni regionali furono definite in un’altra era, quando la società era ancora molto agricola e non esisteva il mercato unico europeo - commenta il governatore del Lazio Nicola Zingaretti - i confini regionali non corrispondono più ad ambiti ottimali per il buon governo: quasi 70 anni dopo che sono stati disegnati e dopo 40 anni di funzionamento, si può pensare a rivedere lo stato di cose". In una intervista a Repubblica Zingaretti conferma che Chiamparino ne ha già parlato al governo. "L'accorpamento - fa notare Mariastella Gelmini, vice capogruppo vicario di Forza Italia alla Camera - potrebbe portare benefici importanti alla spesa pubblica e ai cittadini massacrati di tasse". I risparmi stimati in circa 400 milioni di euro all’anno potrebbero essere ulteriormente migliorati con una serie di accorgimenti. La materia ha ricadute importanti sul piano costituzionale dal momento cheaccorpare significa cancellare le "specialità" regionali previste in Costituzione. "I risparmi dovrebbero andare solo parzialmente a beneficio delle casse dello Stato - conclude la Gelmini - mentre maggiore deve essere lo sgravio di tributi pagati dai cittadini".


  • Perché il Sindaco Sala e la Giunta tacciono sul Mondo di Mezzo, visto quanto sono favorevoli all'ingresso di Bracciano nella Città Metropolitana di Roma?



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