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sabato 2 gennaio 2016

COME SI È ARRIVATI ALLA DELIBERA 727, CHE REVOCA L'ABBUONO PER IL FONDO DELLA MESSA IN SICUREZZA?


Ci piace pensare che il bene dei cittadini sia sopra i giochi della politica. D'altro canto non  siamo soliti prenderci meriti altrui, anche perché siamo abituati a parlare del nostro lavoro con in mano i relativi documenti. Proprio per questo quindi, se da un lato non siamo disposti a prenderci “in toto” i meriti della caduta della Giunta Comunale di Bracciano, dall'altro va anche detto che alcuni dettagli, nonostante i racconti che qualcuno fa attraverso i giornali, meritano di essere rettificati.  I fatti accaduti non sono il frutto del lavoro né di un singolo, né di una sola forza.
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Delibera Regione Lazio 727
Come avevamo purtroppo previsto da tempo, anche l'abbuono dei dieci milioni di euro è andato perduto. Questo è il regalo di Natale per i cittadini  di Bracciano da parte della giunta regionale la quale, con la delibera di giunta n. 727 del 14 dicembre c.a. revoca il provvedimento preso nel mese di Luglio 2015 con delibera n. 370. Quest’ultima avrebbe risarcito il Comune di Bracciano, per non essersi fatto carico della gestione “post mortem” dell’invaso di discarica nel periodo precedente al 2004, riconoscendo allo stesso una somma di 10,3 milioni di euro. Già in quest’atto la Regione Lazio fece un passo indietro rispetto a precedenti disposizioni come la delibera regionale n. 317. La Giunta Regionale non ritenne percorribile la strada individuata, ovverosia l'abbuono di quest’importo a sconto dell’Ecotassa, tuttavia affermò altresì che sarebbe stata trovata una modalità risarcitoria alternativa.
Nella successiva delibera  n. 370 la stessa Giunta Regionale definì l'iter risarcitorio  per la gestione “post mortem” con il trasferimento dei 10,3 milioni di Euro in tre versamenti: circa 6 milioni di euro sarebbero dovuti entrare nel 2015, e 2,2 milioni rispettivamente nel 2016 e 2017.
Oggi arriva un ulteriore dietrofront, forse definitivo.
Seguiamo da lungo tempo le vicissitudini del fondo “post mortem” e gli interventi della Regione Lazio, poiché dalla consultazione degli atti pubblici molti punti restano, a nostro avviso, ancora da chiarire. La nostra prima denuncia delle delibere n.317 e n.370 è visibile qui: http://www.terzobinario.it/il-comitato-cittadini-di-bracciano-in-movimento-presenta-un-esposto-sulla-posizione-debitoria-verso-lerario-della-bracciano-ambiente/78881 :
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Esposto Alla Guardia Di Finanza, Autorità Nazionale Anticorruzione,
Procuratore della Repubblica Giuseppe Pignatone
Senza allentare la presa, in seguito abbiamo presentate altre interrogazioni parlamentari sul “capping” di Cupinoro. A seguito di una attenta analisi dei fatti nel loro divenire e dei documenti scoprimmo che in realtà in quel progetto si nascondeva la possibilità per la ex amministrazione di andare a recuperare denaro per coprire l'ammanco nelle casse comunali, creando però ulteriore danno ambientale: Infatti nel progetto “capping” presentato dalla Bracciano Ambiente e nei disegni tecnici, “scompare” la cava sequestrata (chiamata Vaira 1), che avrebbe così finito per accogliere altre migliaia di tonnellate di rifiuti, in barba a qualunque regola di legge: (http://www.terzobinario.it/cupinoro-il-m5s-presenta-interrogazione-parlamentare/76755).
Ancora: attraverso le due delibere di Giunta Regionale n. 317/2014 e n. 370/2015, l'amministrazione cercò di coprire sia l'utilizzo del fondo “post mortem”, sia il mancato versamento dell'ecotassa, come denunciato anche durante l'interrogazione in Commissione Parlamentare d’Inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti - riportiamo qui un pezzo della trascrizione dell'audizione:
- il Comitato Cittadini di Bracciano in Movimento-  
"Il comune di Bracciano voleva rispondere alla Corte dei conti con la delibera n. 317 del 30 maggio 2014 della Regione Lazio (trasformata poi in Delibera n. 370  del 21/07/2015), ovvero l'abbuono di 10,4 milioni del fondo post mortem; voleva, inoltre, per la ecotassa, presentare alla Corte dei conti una delibera che era stata studiata solo per il fondo post mortem e non per la ecotassa stessa. Purtroppo è così, infatti ha risposto anche la Corte dei conti in relazione a questa denuncia che abbiamo fatto noi, essendo la sua risposta proprio quella: la ecotassa è la delibera n. 317 del 2014 della Regione Lazio. Se però la ecotassa è la delibera n. 317, allora questa delibera non era per il fondo post mortem e questa è la domanda che abbiamo fatto alla Corte dei conti, perché non potevano figurare i 10 milioni sia per l'uno che per l'altro !"
Oppure:http://movimento5stellebracciano.blogspot.it/2015/07/commissione-parlamentare-di-inchiesta.html#.VokQdPnhCUk

Tesi evidentemente tutt'altro che campata in aria, visto che il 21/07/2015 arriva la delibera regionale n. 370, che rettifica il risarcimento al Comune di Bracciano, riferendolo alla gestione “ post mortem” dell’invaso di discarica antecedente al 2004.
Né il Comune di Bracciano né la Regione Lazio accantonarono il progetto di "sanare" (in modo improprio) il fondo “post mortem” scomparso: abbiamo ritrovato l'abbuono concesso con la delibera n. 370 nel bilancio pluriennale del Comune di Bracciano (2 settembre 2015). In questo frangente scoprimmo che anche i Revisori dei Conti del Comune di Bracciano richiedevano una manovra correttiva, dichiarando che l'abbuono di 10,3 milioni di euro concesso con la delibera n. 370, doveva essere "vincolato fino alla definitiva pronuncia del Tribunale Fallimentare di Civitavecchia, in quanto lo stesso Ente nel caso venisse dichiarato in fallimento della società [Bracciano Ambiente, N.d.R.] potrebbe ritrovarsi nelle condizioni di dover far fronte alla massa passiva della stessa e dover porre in sicurezza la discarica da rischi ambientali", prefigurando così la situazione nella quale oggi si trova il Comune stesso.
Così, di nuovo, esponemmo alla Corte dei Conti, al Tribunale di Civitavecchia, al Prefetto ed alla GdF anche il caso dell'abbuono del DGR n.370 (insieme ad altre osservazioni), che veniva computato nel bilancio preventivo anziché essere accantonato, così come richiesto dai Revisori dei Conti, nonché dal buonsenso e dalla prudenza, e che andava così a ripianare in maniera a nostro avviso illegittima il bilancio Comunale (visibile a questo link: http://www.terzobinario.it/bilancio-del-comune-di-bracciano-il-m5s-chiama-in-causa-corte-dei-conti-tribunale-prefetto-e-gdf/77904).
A questo punto, proponiamo due domande: non sembra singolare l'atteggiamento della Regione Lazio, che prima si era dimostrata talmente collaborativa da stanziare a tempo di record 10,3 milioni di euro di abbuono, per poi fare dietrofront davanti allo scandalo comunale che ha portato al commissariamento? E chi aveva ragione affermando che i conti non tornavano?


Cittadini di Bracciano in MoVimento

lunedì 13 luglio 2015

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti Resoconto stenografico Comitato Cittadini di Bracciano in Movimento

Seduta n. 52 di Lunedì 13 luglio 2015


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE STEFANO VIGNAROLI
  PRESIDENTE. Grazie e benvenuti. L'ordine del giorno reca l'audizione di rappresentanti dei comitati e di associazioni dei cittadini residenti nella provincia di Roma, che ringrazio per la presenza. Saluto il signor Marco Tellaroli del Comitato Cittadini di Bracciano in movimento.
  La Commissione si occupa degli illeciti ambientali relativi al ciclo dei rifiuti, ma anche dei reati contro la pubblica amministrazione e dei reati associativi connessi al ciclo dei rifiuti. Ricordo che l'audizione odierna rientra nell'approfondimento sulla Regione Lazio, con specifico riferimento alla provincia di Roma. Avverto i nostri ospiti che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico e che, se lo riterranno opportuno, consentendo la Commissione, i lavori proseguiranno in seduta segreta, invitando comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta. Cedo dunque la parola al signor Marco Tellaroli, del Comitato Cittadini di Bracciano in movimento, per lo svolgimento della sua relazione. Avete circa dieci minuti, per poi proseguire con un rapido giro di domande da parte dei colleghi.
  MARCO TELLAROLIComitato Cittadini di Bracciano in movimento. Grazie e Pag. 18buonasera a tutti. Sono Marco Tellaroli, di Bracciano; noi siamo qui in rappresentanza della discarica di Cupinoro, che nacque come una discarica illegale in tempi non sospetti su dei terreni dell'Università agraria di Bracciano, la quale nel 1991 diede il beneplacito per aprire questa discarica e proseguire con il conferimento dei rifiuti per 25 comuni. Nel 2004 si ebbe la nascita della Bracciano Ambiente, società partecipata dove il comune di Bracciano è socio unico al cento per cento. L'obiettivo era quello di sostituire tutte le ditte private nella gestione del conferimento dei rifiuti e portare la discarica al compimento della sua totale capienza, che era di circa 2,2 milioni di metri cubi.
  I problemi iniziano a nascere da tempo, quando tantissimi comitati e cittadini protestavano per il conferimento di rifiuti perché erano tutti talquale e non subivano trattamento. Allo stesso tempo, aggiungo che il territorio è agricolo, quindi ci sono vincoli ZPS e SIC, nonché falde acquifere sotterranee, dove l'acqua della zona di Cupinoro va a influire sia nel Lago di Bracciano, sia nei comuni limitrofi. Calcoliamo, inoltre, che le prime abitazioni vicino alla discarica sono a circa 500 metri, quindi parliamo di un'aria che i cittadini respirano vicino alla discarica e che non è la più salubre. I primi agricoltori e allevatori di bestiame sono a circa un chilometro, cioè tutti limitrofi. Noi abbiamo iniziato a lavorare intorno alla discarica perché, a livello politico, questa vicenda sembrava non volere trovare una fine; l'allargamento è iniziato attraverso una politica sia locale, sia regionale, fino ad arrivare al commissario Sottile, che nel 2014 iniziò a implementare all'interno di Cupinoro nuovi rifiuti provenienti addirittura da altri comuni (non solo gli stessi 25, ma anche Fiumicino, Roma, il Vaticano e altri comuni limitrofi quando è iniziata la sofferenza di Malagrotta). Nel frattempo a Cupinoro c’è stata la costruzione di un'altra cava, la cosiddetta Vaira 1, di altri 450.000 metri cubi, distante dalla collina dei rifiuti circa 70-100 metri. Questa cava fu sequestrata dal MiBAC perché non aveva tutte le autorizzazioni ambientali; ciò avvenne grazie alle istanze dei cittadini di Bracciano pervenute alla Regione, alla Commissione parlamentare, fino ad arrivare al Parlamento europeo. Le interrogazioni sono state fatte da tutte le parti. Altri problemi derivavano dalla gestione economica, posto che Cupinoro vede la scomparsa di 12 milioni di euro per il fondopost mortem, che per legge veniva gestito dal 2003. Tante commissioni e tante istanze da parte dei cittadini, comprese le denunce che sono state fatte sui controlli dei conti, hanno visto la scomparsa di questi 12 milioni di euro. La procura di Civitavecchia ha aperto un'inchiesta e ha fatto i controlli attraverso la Guardia finanza di Civita Castellana, ma questi fondi non sono stati mai trovati sia dalla gestione della Bracciano Ambiente, sia dalla gestione politica che gestiva la partecipata.
  LAURA PUPPATO. Cosa vuol dire che non sono mai stati trovati questi 12 milioni di euro a fronte dei controlli della Guardia di finanza ?
  MARCO TELLAROLIComitato Cittadini di Bracciano in movimento. La Guardia di finanza ha effettuato i controlli dei conti correnti sia della Bracciano Ambiente, sia dei dirigenti della Bracciano Ambiente, sia del comune, che è socio unico, al cento per cento, della Bracciano Ambiente, però non ha trovato questi fondi, ovvero il passaggio di questi 12 milioni. Nel 2014 il comune di Bracciano, insieme all'amministratore unico della Bracciano Ambiente, si giustifica dicendo di avere utilizzato i 12 milioni di euro del fondo post mortem quando entrambi avevano preso in gestione la discarica, nel 2003, quindi secondo lo schema da privato a partecipata; costoro hanno preso in gestione la discarica e usato quei soldi per mettere in sicurezza la vecchia gestione, ma i comuni conferenti, che comunque pagavano il conferimento dei rifiuti, non erano stati mai avvisati che quel 16 per cento per le tasse – quindi il conferimento al fondo post mortem – e la ecotassa venissero presi per un uso riferito al Pag. 19passato. Sempre nel 2014, il controllo della Corte dei conti e della Guardia di finanza scopre anche un mancato versamento della ecotassa di altri 11,7 milioni di euro. Si tratta di un paese di 20.000 abitanti – quindi un paese molto piccolo – e questi soldi sono tantissimi. Siamo arrivati, tra il fondo post mortem e la ecotassa, intorno ai 25 milioni di euro. Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, concede temporaneamente alla Bracciano Ambiente 10,4 milioni per il fondo post mortem; questi soldi vengono concessi non in termini di liquidità bensì di assolvenza, ma oggi, nel 2015, dopo la richiesta da parte della Corte dei conti degli ultimi 11,7 milioni sulla ecotassa, vediamo un passo indietro da parte di Zingaretti (Zingaretti recede di nuovo dalla concessione di questi 10,4 milioni, quindi ci ritroviamo un'altra volta con 25 milioni di euro). Adesso Cupinoro sta affrontando la conferenza dei servizi per effettuare il capping della nuova gestione dei rifiuti, fatta dalla Bracciano Ambiente stessa. Nel cappingscopriamo il cambio del perimetro della discarica; la nuova cava Vaira 1, infatti, sorge a 70 metri dalla discarica stessa ma, sul capping, il muretto, con il fossato di contenimento delle acque reflue, per legge, deve essere distante 200 metri dalla discarica stessa; in realtà, però, questo muretto, fatto tra rifiuti e misto terra, capita proprio nel centro di questa cava. Alla conferenza di servizi partecipa la Regione Lazio, il comune e il MiBAC. Se il MiBAC entro il 10 agosto mettesse la firma sulla concessione del capping, farebbe il dissequestro della cava e nascerebbero altri 450.000 metri cubi di rifiuti sul suolo braccianese, laddove vedremmo una cava che non è nemmeno messa a norma, perché fu sequestrata solo dopo lo scavo. Questo è quanto volevo portare a vostra conoscenza.
  PRESIDENTE. Volevo chiedere se la fonte delle vostre notizie sia principalmente la Corte dei conti, se abbiate della documentazione da darci e se la Bracciano Ambiente abbia i soldi per gestire il post mortem.
  MARCO TELLAROLIComitato Cittadini di Bracciano in movimento. Noi abbiamo tutta la documentazione in merito sia attraverso le varie interrogazioni, sia attraverso le richieste di documenti presso la Regione e il comune. La procura sta effettuando l'indagine sui rifiuti – sembra che ci siano rifiuti illeciti all'interno della discarica – ma anche sulla parte economica, sia per quanto riguarda sia il fondo post mortem, sia la ecotassa. Per il capping, il comune, insieme alla Bracciano Ambiente, aveva chiesto una fideiussione di 8,7 milioni di euro sui 10,4 milioni che aveva abbonato la Regione Lazio. Adesso la Regione Lazio, dopo un esposto fatto alla procura e alla Corte dei Conti, ha ritirato questi soldi e, ovviamente, la Bracciano Ambiente si ritrova a dover riconsegnare gli 8,7 milioni della fideiussione destinati per il capping.
  LAURA PUPPATO. Lei ha sollevato tutta la questione economica che riguarda il post mortem e l'ecotassa. Del post mortem lei ha parzialmente giustificato la Bracciano Ambiente ovvero il comune, trattandosi di una partecipata al cento per cento, per averli spesi nel 2003, in relazione alla messa in sicurezza della discarica, quindi presumo ci siano delle pezze giustificative; stiamo infatti parlando di una società pubblica, quindi, se ci sono delle indagini, proseguiranno. Per quanto riguarda invece la ecotassa, non mi è chiaro dove siano finiti gli 11,7 milioni, quindi vorrei capire se abbiate informazioni in merito. A fronte di una conferenza di servizi praticamente in corso, in cui ci sono la Regione Lazio, il comune di Bracciano e il MiBAC, potete informarci sulle posizioni di questi tre enti rispetto alla vicenda che riguarda il capping allargato della discarica di Bracciano ?
  I 450.000 metri cubi di ampliamento della discarica con la giustificazione del capping – quindi un allargamento della messa in sicurezza della superficie occupata – trovano ragione nello studio di carattere ambientale e geologico, ovvero ciò è motivato esclusivamente dal fatto che, visto che ci siamo, proseguiamo e Pag. 20raccogliamo questo ulteriore importo con cui procedere alla messa in sicurezza ? Se è così, questo avviene spesso, ma che sia una cattiva pratica è fuori discussione; tuttavia, in alcuni casi, è anche l'unica motivazione che porta i comuni fortemente in crisi dal punto di vista economico a permettersi di fare le bonifiche o la messa in sicurezza. Vorrei capire meglio questi passaggi.
  MARCO TELLAROLIComitato Cittadini di Bracciano in movimento. Abbiamo notato che la maggior parte delle denunce è stata fatta proprio dal nostro Comitato e, fino adesso, sia la procura, sia la Corte dei conti ci hanno sempre dato ragione, interrompendo i vari giochi delle tre carte che il comune di Bracciano ha tentato di fare. Troviamo il gioco delle tre carte sia sul fondo post mortem, sia sulla ecotassa. È pur vero che loro hanno trovato una giustificazione dicendo di avere usato questi soldi prima e, quindi, di dovere incassare di nuovo, ma perché dal 2003 in poi i comuni conferenti presso il sito di Cupinoro, dove pagavano le tasse per il fondo post mortem e per la ecotassa, non erano stati avvisati che quei soldi, invece, venivano usati per coprire qualcosa di precedente ? Sono stati lesi, quindi, anche gli altri comuni conferenti, che dovevano essere avvisati del fatto che quei soldi non erano per il fondo post mortem attuale, ovvero per il conferimento attuale di quei rifiuti, posto che, comunque, hanno una responsabilità ambientale per quel conferimento; pertanto, loro pagavano quella tassa per quel conferimento e non per il passato. Per quanto riguarda il gioco della ecotassa, anche sulla sparizione di questi soldi la procura non ha dato una risposta reale, ma ha detto che questi soldi sono mancanti. Il comune di Bracciano voleva rispondere alla Corte dei conti con la delibera n. 317 del 2014 della Regione Lazio, ovvero l'abbono di 10,4 milioni del fondo post mortem; voleva, inoltre, per la ecotassa, presentare alla Corte dei conti una delibera che era stata studiata solo per il fondo post mortem e non per la ecotassa stessa. Purtroppo è così, infatti ha risposto anche la Corte dei conti in relazione a questa denuncia che abbiamo fatto noi, essendo la sua risposta proprio quella: la ecotassa è la delibera n. 317 del 2014 della Regione Lazio. Se però la ecotassa è la delibera n. 317, allora questa delibera non era per il fondo post mortem e questa è la domanda che abbiamo fatto alla Corte dei conti, perché non potevano figurare i 10 milioni sia per l'uno che per l'altro !
  PRESIDENTE. Il tempo purtroppo sta scadendo, non so se ci siano altre domande, ma consegniamo agli atti la relazione e tutta la documentazione che avete; procederemo, in caso, a fare ulteriori accertamenti. Grazie.
  MARCO TELLAROLIComitato Cittadini di Bracciano in movimento. Grazie a tutti, buonasera.




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