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giovedì 25 aprile 2013

L'iva sui Rifiuti Non va Pagata

12/12/2012
IVA SULLA TIA
 

Da TARSU a TIA1 a TIA2 alla TARES

A partire dal 1999 molti Comuni hanno sostituito la Tassa Smaltimento Rifiuti Solidi Urbani con la Tariffa di Igiene Ambientale, come definito dall’art. 49 del D.lgs. n. 22 del 1997 (il cosiddetto Decreto Ronchi) e dal DPR n. 158/1999.
Le principali differenze tra TARSU e TIA riguardano:
- il calcolo del tributo che, nel caso della TARSU è effettuato sulla base dei metri quadrati del proprio immobile (con una riduzione nel caso si viva da soli), nel caso della TIA, invece, la tariffa è determinata da una quota fissa del servizio, ai quali si aggiunge una componente variabile legata al numero dei componenti del nucleo familiare, e calcolata, cioè, in base ai “rifiuti effettivamente prodotti”, e nei fatti così non è stato;
- senza nascondere che nel settore dei rifiuti si è registrata un’evoluzione positiva, specialmente in alcune realtà territoriali, tesa ad incentivare sempre più la raccolta differenziata ed i comportamenti delle utenze finalizzati a ridurre i rifiuti alla fonte, a massimizzare il recupero ed a minimizzare il ricorso alla discarica.
Con il passaggio da “tassa” a “tariffa”, nei comuni dove è avvenuto, hanno applicato su quest’ultima l’IVA al 10%.
Nonostante la sentenza della Corte Costituzionale del luglio 2009, la maggior parte dei comuni coinvolti continuano tuttora ad applicare impropriamente l’IVA.


L’illegittimità dell’IVA sulla TIA

La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 238 del 24 luglio 2009, ha stabilito che la TIA (Tariffa di Igiene Ambientale) così come disciplinata dal Decreto Ronchi è una “tassa” e non una “tariffa”, pertanto, sulla stessa non è applicabile l’IVA.
Si riconosce, così, del tutto illegittima l’IVA al 10% applicata dai comuni interessati sulla TIA, per la quale, oggi, i cittadini possono chiedere il rimborso.


La TIA in cifre

Sono oltre 6 milioni le famiglie (pari a oltre 19.530.626 cittadini) residenti in ben 1340 comuni italiani, che, dal 1999 al 2011, hanno dovuto pagare l’IVA di troppo sulla tassa sui rifiuti, e che oggi devono avere indietro quanto versato in più del dovuto.
La stima di tale spesa non è affatto di poco conto: secondo quanto indicato dall’ANCI si stima che i rimborsi per le famiglie ammontino a 993 milioni di Euro.
Ad esempio: per una famiglia che paga 250 Euro all’anno di TIA, quindi, la restituzione corrisponderebbe a 25 Euro l’anno, che vanno moltiplicati per il numero di anni in cui si è pagata la TIA.

Ora tocca al Governo ed alle aziende o comuni dare corretta applicazione alla sentenza della Corte Costituzionale

Per oltre 2 anni e mezzo la Federconsumatori ha richiesto al Governo Berlusconi di dare attuazione alla sentenza. Dopo la sentenza della Corte decine di migliaia di cittadini hanno avanzato domanda per la richiesta di cessazione dell’assoggettamento all’IVA della TIA nonché per la restituzione di quanto illegittimamente pagato da quando è avvenuto il passaggio da TARSU a TIA nelle città o comuni interessati.
Il Governo ha tergiversato a lungo, tentando in seguito di scippare i rimborsi agli aventi diritto, e, infine, cambiando nome alla TIA da Tariffa di Igiene Ambientale (TIA1) in Tariffa Integrata Ambientale (TIA2) ai sensi del D.lgs. 152/2006, etichettandola con il D.L. 78/2010 come “prestazione di servizio” su cui è applicabile l’IVA. Ovvero, come cambiare solo il nome senza cambiare la sostanza.
La nuova TIA2 (Tariffa Integrata Ambientale), attivata da molte realtà a partire dal 1/7/2010 che però, in assenza del regolamento attuativo, è applicabile per legge sulla base del regolamento attuativo della vecchia TIA del 1999 (sulla quale l’IVA è illegittima).
Insomma, il Governo Berlusconi le ha provate tutte per aggirare milioni di italiani declinando le proprie responsabilità nel dare applicazione ad una sentenza dell’Alta Corte Costituzionale.


La battaglia continua

La Federconsumatori, intanto, ha inviato nel 2010 lettere di diffida (ai sensi dell’Art. 140, comma 5, del Codice del Consumo) a circa 20 aziende multiutility che erogano e riscuotono le bollette della TIA. In alcuni casi ha ottenuto importanti risultati, come a Perugia, Terni e Narni, che hanno cessato nel 2010 l’applicazione dell’IVA sulle bollette future della TIA. In altri casi, come a Rimini, il Comune aveva invitato l’azienda Hera, di cui è azionista, ad ottemperare nell’applicazione della sentenza della Corte Costituzionale, ma l’azienda si è rifiutata, quindi la Procura ha aperto un’indagine.
Sempre nel 2010 la Federconsumatori ha intrapreso una “causa inibitoria” a Melegnano (MI) presso il Tribunale di Lodi nei confronti dell’azienda locale ma senza trovare un pronunciamento d’urgenza incoraggiante teso a far cessare questo prelievo indebito sulle bollette degli utenti.
Nel frattempo, il Comune di Roma ha annunciato che non avrebbe più applicato l’IVA sulla TIA, salvo poi fare retromarcia, con l’aggravante di aumenti di pari importo sulle tariffe, del ripristino dell’IVA sulle bollette nel 2011 e del recupero dell’IVA del 2010 in aggiunta alle bollette del 2012.
Federambiente e ANCI, sollecitate dalla Federconsumatori a dare indicazioni alle proprie aziende di applicare la sentenza della Corte Costituzionale, si sono giustificate di non aver agito in tal senso in quanto aspettavano disposizioni da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze sull’applicazione della sentenza.
Nel 2011 Federconsumatori di Genova, Prato ed Alessandria hanno promosso cause pilota davanti al Giudice di Pace, con 3 vittorie significative a favore dei cittadini che hanno ottenuto il rimborso. A Genova, con la riproposizione delle cause, sono già 700 i cittadini che hanno vinto e sono stati rimborsati dall’azienda e per altre 10.000 persone si sta predisponendo la documentazione, sempre che non si arrivi ad un auspicato accordo con il comune. Ad Alessandria, dove la vittoria nella prima causa pilota ha portato al rimborso di 17 utenze per un importo medio di 100 Euro a testa, è stata presentata una causa davanti al Tribunale Ordinario con rito 702 bis c.p.c. per altre 45 utenze con pronuncia a febbraio 2013. Anche a Pesaro è stata promossa una causa pilota presso il GDP con udienza fissata per il 18 dicembre 2012. A Trento Federconsumatori ha avviato una causa pilota, la cui udienza finale è prevista per il 20 dicembre 2012, che è stata dirottata per competenza al tribunale. A Bologna si sta lavorando per mettere insieme gruppi di 100 utenze e per promuovere cause presso il tribunale, raccogliendo la documentazione e promuovendo assemblee di cittadini. Nel 2013 anche a Forlì, Cesena e Modena verranno promosse le prime cause per gruppi di utenti. A Roma, infine, sono già state avviate cause per gruppi di utenti presso il G.D.P. e si è in attesa degli esiti dei procedimenti stessi, in modo da poterli estendere ad alter 1.000 utenze.  
In questo contesto di pronunciamenti favorevoli, che ci danno vigore nel condurre questa battaglia di legalità e giustizia raggiungendo un importante obiettivo con il nuovo Decreto Legge del 6/12/2011 n.201 (già convertito in legge) in cui, all’art. 14, si istituisce il nuovo tributo per il servizio di smaltimento dei rifiuti, su cui l’IVA dal 1/1/2013 non verrà più applicata: un notevole risultato raggiunto nella campagna fin qui condotta dai consumatori e dalla nostra Associazione. 


La sentenza della Cassazione

La Cassazione, con la sentenza dell'8 marzo 2012 n°3756 ha confermato definitivamente l'illegittimità dell'IVA sulla TIA.
La sentenza smentisce e censura il comportamento del Governo precedente, che le aveva provate tutte per aggirare 17 milioni di cittadini che hanno pagato indebitamente l’IVA sulla TIA.
“Ora chiediamo al Governo Monti di chiudere la vicenda una volta per tutte, dando finalmente piena applicazione alla sentenza della Corte costituzionale e della Cassazione,  restituendo l'IVA pagata indebitamente da milioni di cittadini attraverso uno storno sulle future bollette o consentendo la detrazione dell'importo non dovuto nelle dichiarazioni dei redditi.” – dichiara Mauro Zanini, Vice Presidente Federconsumatori.
E’ chiaro che va trovata una soluzione urgente e politica da parte del Governo e del Parlamento.
Chiediamo inoltre che Federambiente ed l'ANCI  questa volta svolgano fino in fondo il loro ruolo, sollecitando il Governo ad assumersi le proprie responsabilità, dando applicazione alle sentenze senza "se" e senza "ma", in coerenza con i principi di equità e di giustizia nei confronti di milioni di cittadini .
Nel contempo Federconsumatori invita i cittadini che ancora non lo avessero fatto, ad avanzare richiesta di immediata cessazione dell’applicazione dell’IVA (senza aspettare il 1 gennaio 2013 quando con la nuova tassa rifiuti comunque scomparirà) e di rimborso di quanto indebitamente pagato alla aziende od ai comuni che applicano la TIA.
Allo stato attuale sono 550.000 i cittadini che hanno inoltrato le domande di cessazione e rimborso alle aziende. Di questi, 235.000 hanno visitato la sezione dedicata del nostro sito e/o scaricato la modulistica per il rimborso TIA, mentre gli altri si sono rivolti direttamente alle nostre strutture territoriali.  

Le prossime iniziative

Dopo aver incontrato il sottosegretario al Ministero dell'Ambiente Tullio Fanelli per sollecitare una soluzione politica e di assunzione di responsabilità da parte del Governo Monti e aver consultato Ferderambiente – che a sua volta ha esortato l’esecutivo a dare attuazione alla sentenza. Richiederemo un incontro con l'ANCI, nel corso del quale solleciteremo una forte mobilitazione e pressione affinché il Governo agisca in questa direzione.
Contestualmente le nostre strutture territoriali e Nazionali solleciteranno i parlamentari a proporre o.d.g ed interrogazioni al Governo affinché si pronunci e si impegni a dare applicazione alla sentenza della Corte e della Cassazione.
Sul versante giudiziario, continueremo a promuovere “cause pilota” raggruppando diversi cittadini presso i Giudici di Pace nei territori in cui vi è stata più forte la mobilitazione della Federconsumatori oltre che a “cause inibitorie” ai sensi del Codice del Consumo ed infine anche azioni collettive in una o due grandi realtà Nazionali.

MODULISTICA:
In fondo a questa pagina, in allegato, trovate il modulo per avanzare la richiesta individualmente.
Qualora, invece, voleste farmi assistere dalla Federconsumatori potete rivolgervi alle nostre sedi, presenti su tutto il territorio nazionale (trovate la sede più vicina nella sezione sedi del nostro sito).


ALCUNI CHIARIMENTI:
Per la presentazione della domanda non esiste alcuna scadenza.
La richiesta per il rimborso di quanto indebitamente pagato può essere fatta relativamente agli ultimi 10 anni, e comunque dopo il passaggio nel proprio comune da TARSU a TIA.

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